giovedì 30 agosto 2007

Amato come Giuliani


«Riportiamo l'ordine nelle nostre città, come ha fatto il sindaco di New York»

Questa frase è stata estrapolata dalla lettera del Ministro al Corriere della Sera, con la quale Amato si è proprio stancato delle critiche sterili della Politica verso il tema Sicurezza e contro il suo operato nel Ministero dell'Interno.

Il Ministro scrive ancora:

-Nel 2007, sono stati fatti controlli su chi guida, che sono più del doppio dell'anno scorso. E davanti alle discoteche sono stati disposti il sabato sera ben 8.500 posti di controllo con l'impiego di oltre 10.000 pattuglie. Ci si lamenta della criminalità straniera e me ne lamento anch'io. Ma chi si lamenta perché magari erano rumeni quelli che sono entrati in casa sua, e pensa quindi che questi delinquenti rumeni scorazzano impuniti per l'Italia, sa poco o nulla dell'operazione Itaro: un'operazione comune di polizia italiana e rumena, che solo negli ultimi due mesi e mezzo, tra il maggio e i primi di agosto di questo anno, ha portato ad arrestare 255 rumeni per reati contro il patrimonio e a denunciarne a piede libero oltre 200. Del terrorismo internazionale sappiamo che a Perugia ci sono stati quattro arresti e c'è sulla vicenda un'indagine in corso. Non tutti sanno che quegli arresti sono parte di una azione ramificata e continua che, sempre in questi primi mesi del 2007, ha portato a controllare 2.600 luoghi di aggregazione islamica, tra cui, ma non solo, le moschee. Oltre 10.000 persone sono state controllate e 200 e più sono state espulse. La stessa cosa riguarda il terrorismo interno. Per la prima volta quest'anno si sono trovate prove consistenti per ottenere l'arresto di brigatisti prima che commettessero gli attentati a cui lavoravano. Ma se questo è accaduto, è perché c'è una vigilanza attenta e continua, che sfugge a chi critica e grida. Come magari è sfuggito che il centro sociale Gramigna di Padova, sul quale tante parole erano state spese e riportate con rilievo dai giornali, è stato chiuso e sgomberato destando per questo una attenzione ben più scarsa. Le lacune ci sono e i rafforzamenti e i miglioramenti da fare sono tanti. Ma per ridurre la percezione di insicurezza, e quindi attenuare quello stato d'animo esasperato che porta a dire «qui tutti rubano e nessuno viene arrestato », c'è qualcosa di pregiudiziale che va fatto e che non riguarda direttamente i furti.

Buona parte della percezione di scarsa sicurezza di quel 30% di cittadini che la dichiarano è dovuta, infatti, non tanto alla visibilità del criminale pericoloso, quanto al clima di disordine nel quale vivono le nostre città, alla illegalità diffusa, alla tolleranza che consente agli abusivi più diversi — e a quel punto anche ai borseggiatori più diversi — di trovare il contesto ideale per svolgere le loro attività a danno della gente per bene. E in questo clima di insicurezza crescono anche l'ostilità e la diffidenza verso chiunque sia malvestito o malmesso e ci venga vicino. Col che anche la solidarietà va a farsi benedire. Va aggiunto poi che l'illegalità diffusa, oltre a generare percezione di insicurezza, finisce per fornire altresì copertura alla criminalità definita «grande », in quanto crea collusioni e complicità.-

Amato quindi propone:

-Tutto questo porta dritto ad una conclusione: serve una lotta all'illegalità a 360 gradi, così come fece Rudolph Giuliani, da sindaco di New York.

Combattere la piccola illegalità è propedeutico e a volte strumentale a combattere la grande. Ovviamente non sostituisce la lotta alla grande criminalità, ma la deve affiancare e deve creare nelle nostre città il senso di un ordine che è fatto di regole alle quali tutti ci atteniamo e che a tutti facciamo rispettare. E' qui che la collaborazione del mio Ministero con gli enti locali e con le polizie municipali dovrà dare i suoi frutti, giacché il tema, dopo il passaggio ai Comuni di tanti poteri amministrativi in precedenza spettanti alla pubblica sicurezza, investe in primo luogo le loro responsabilità. Ma noi saremo al loro fianco. Perché interventi nazionali — che, sia chiaro, non dovranno paralizzare le iniziative locali — eviteranno il rimbalzo dall'una all'altra città di attività trattate da ciascuno con regole diverse. E perché la legalità non può valere a singhiozzo.-


La Sicurezza non ha colore politico e i problemi della sua mancanza li crea soprattutto ai più deboli ed indifesi, alla gente comune che vive nella quotidianetà, questo lo aggiungo io e non penso di aver sbagliato con questa affermazione.
Voi Blogger che ricette proponete?

6 commenti:

Demonio Pellegrino ha detto...

Il problema e' che - soprattutto a sinistra - si confonde ordine e sicurezza con fascismo. Non e' ovviamente un problema solo italiano: basta vedere la sinistra in Francia con Sarkozy, accusato di ogni pericolo possibile.

la questione e' ancora piu' spinosa quando ordine e sicurezza vanno di pare passo con immigrazione.

si veda per esempio il caso della Moschea di Bologna...il comune guidato dal rossissimo Cofferati pare stia facendo marcia indietro a seguito delle proteste di numerosi cittadini...o quello della moschea di Colle Val D'elsa, contro la quale si scgliava si' la Fallaci, ma anche la stragrande maggioranza dei locali che di destra non sono.

L'unico modo per la sinistra di continuare a governare il territorio a livello locale e' fare quello che Firenze, Bologna e torino stanno cominciando a fare: cioe' capire che ordine e sicurezza non sono cose solo di destra.

Daniele Verzetti il Rockpoeta® ha detto...

Commento conclusivo giustissimo, Polis: la sicurezza non deve essere un tema di solo appannaggio di una parte politica.

La sicurezza della gente ed il rispetto delle leggi non è un optional della democrazia ma un elemento cardine che deve essere dato in dotazione d'ufficio nel "Kit" del "Buono Stato" lol!

E' semplicemente buon senso e "senso" di giustizia.

Anonimo ha detto...

Segnalo un progetto interessante sul terrorismo..

http://www.lastorianascosta.com/news.php?extend.14

Daniele ha detto...

Ottima la lettera di Amato... peccato che la sinistra radicale non la farà mai applicare...

Anonimo ha detto...

Sarebbe una gran bella cosa il ripristino di un briciolo di legalità, ma detto da Amato fa un po' ridere. Non è lui il socio del ministro dei clandestini(Ferrero)?
E allora facciamogli una bella pernacchia sul muso!

Anonimo ha detto...

Sempre che i vari Ferrero &c. accettino, come inizio, basterebbe fermare e NON RILASCIARE chi è privo di documenti.
Con questo non sposo totalmente la Bossi-Fini perchè mi sembra giusto registrare un immigrato, senza lavoro regolare; e dargli qualche mese di tempo per trovarne uno.
In caso contrario.....fuori.
Se non vuole dichiarare la provenienza, campo di accoglienza fino a che non trovi un lavoro e residenza fissa.
Per i delinquenti italiani e/o europei e/o residenti, esistono le leggi correnti. Che siano applicate.
Saluti
Augusto