mercoledì 15 agosto 2007
L'inossidabile Andreotti
Ecco qui l'insossidabile Senatore a vita Giulio Andreotti con i suoi 88 anni che lascia i suoi pareri politici sulle pagine del "Corriere della Sera".
Il giorno del Ferragosto non sono in ferie, le ho a ottobre, volevo quindi dedicare un post al mitico, discusso e sempre-verde Giulio Andreotti.
Gli anni passano, i secoli pure ma da De-Gasperi fino al Prodi-Bis è lui a tenere banco e i suoi giudizi fanno sempre notizia pesando sui nostri politici della seconda Repubblica.
Da un articolo di Aldo Cazzullo sul Corriere leggiamo alcune sue affermazioni senatoriali:
«Meglio tirare a campare che tirare le cuoia... Certo che mi ricordo di quando lo dissi. De Mita sosteneva che il mio governo tirava a campare. Io risposi alla mia maniera: è noto che sono uomo di un certo realismo. Ne nacque una polemica. Se avessi espresso il medesimo concetto in latino, primum vivere deinde philosophari, De Mita avrebbe avuto meno da ridire...».
Anche Prodi tira a campare? «Secondo me, Prodi dura». Tutti attendono per l’autunno la caduta. «Non ci sono alternative al suo governo. E questo per Prodi è un elemento di stabilità».
Su Hamas e in genere il mondo arabo, a Prodi e D’Alema viene attribuito una sorta di neoandreottismo. «Non è questo. Su Hamas Prodi ha ragione. Dire che Hamas è fuori dalla legge e quindi non bisogna parlarci significa nascondere la testa sotto l’ala. È vero il contrario: occorre fare evolvere Hamas nella direzione del dialogo. In passato criticavano me perché parlavo con Arafat. Ora gli stessi lo rimpiangono e vanno a rendere omaggio alla sua tomba. Meglio scoprirli da vivi che da morti. E poi un conto sono le fantasie macabre di qualche leader islamico, che straparla di distruggere Israele, di cose che non esistono. Un conto è il dramma di un popolo che attende una patria dal ’48».
Il senatore a vita nutre particolari aspettative nei confronti del Partito Democratico ? «Le ho già detto che non mi occupo di partiti. Sono cose da giovani. E poi i partiti non esistono più, o almeno non sono più gli stessi, con l’organizzazione, le sezioni, gli uffici studi. Il popolo».
Follini pensa a una sorta di Dc che guarda a sinistra. «Follini evoca antiche definizioni, che si addicono a tempi antichi».
Veltroni? «Mi pare stia facendo bene il sindaco di Roma. Rispetta il fatto che Roma è pure la capitale della cristianità».
Può fare anche il segretario di un partito? «Certo che sì. Mica si candida a gestire una casa di tolleranza. C’è continuità tra i due mestieri: sempre di politica si tratta. Ma i problemi di Roma sono molto specifici, diversi da quelli nazionali, anche se talora più complessi».
E' sempre lui!!!!! Il Mitico e discutissimo Giulio!!!! Non condivido molto le sue idee ma bisogna pur tener conto che è l'unico uomo politico alla ribalta da 70 anni...
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12 commenti:
Come dico ormai da anni, quando vedo Andreotti e Cossiga in tv penso:
"Ok, Darth Fener arriverà a momenti".
Il Male, il Male incarnato. Andreotti non mi piace per niente, eppure ha quel che di ammaliante e terribilmente veritiero che del resto è proprio di ogni farme di Male.
Tanto per capirci: possibile che io, persona di sinistra, per sentire una cosa sensata su Hamas debba aspettare che la dica Andreotti?
:/
p.s. "errata corrige".
[...] di ogni FORMA di male... [...]
Andreotti è un mito.
Ma non cadiamo schiavi del mito.
L'analisi critica, l'intelligenza, deve sempre dirigersi verso la smitizzazione e la svisceralizzazione del pensiero.
Con Hamas si deve dialogare perchè sennò si nasconde la testa sotto la sabbia è una mezza verità.
E la mezza verità non è la verità.
Faccio un parallelo con il nazismo, per render comprensibile a tutti il concetto.
Bisogna dialogare con Hitler ed il nazismo (direbbe oggi chi appoggia Andreotti).
Nazismo che aveva LARGO consenso, direi quasi totale e totalizzante (usando i metodi "persuasivi" che anche Hamas usa, te credo!).
Ma guardate che questo è già stato fatto!
Chamberlain si calò le braghe fino all'inverosimile. Tradendo e abbandonando anche coloro a cui era vincolato nel doverli difendere. Lasciandoli, tentando fino all'ultimo (quando la minaccia era direttamente contro sè, praticamente, comodo..) il dialogo.
Per fortuna poi, non si è insisito con questa tecnica.
Altrimenti non saremmo qui a discuter liberamente credo.
E nemmeno Andreotti sparerebbe simil scemenze (oppure sì, come nazista, furbo com'è, sopravviverebbe pure lì, indenne a tutto, vecchiaia inclusa).
Il dialogo è quanto di meglio possiamo auspicare.
Quando è possibile!
L'unica strada, attualmente, che lascia intravedere una speranza evolutiva di Hamas è costringerlo a vedere che si può fare un negoziato di pace: scegliere! O ne fai parte, oppure no. E sei come minimo isolato.
E Hamas non vuole negoziare.
Nè la pace.
Salvo non comporti il proprio totale dominio sul popolo palestinese.
E la distruzione di Israele, fosse anche al prezzo di non avere pace nè Palestinesi vivi in abbondanza e con speranza.
Se poi deciderà di evolversi, allora chi si dovrebbe opporre esattamente?
Chi?
Il disegno di Hamas, beh, per ora rimane quello, preciso e chiaro. Non prevede la possibilità di un vero negoziato di pace.
Non fu così per Hitler, dai disegni altrettanto chiari (e con la comunanza di altrettanto odio per gli ebrei, che coincidenza storica alle volte...).
Allora cosa farnetica Andreotti?
Banalità. Spesso col vestito della saggezza o dell'aforisma.
Israele (Usa, Europa, Italia) al tavolo Hamas ce lo porterebbe volentieri. Perchè significherebbe che Hamas ha rinunciato ai suoi disegni criminosi e terroristi (è sulla lista organizzazioni criminali di Onu e Europa mica per caso eh? Non è che lancian la monetina e domani ci metton l'organizzazione del dopolavoro delle FF.SS...).
Certo, far intender che il giorno che veramente voglion pace e futuro per palestinesi, non distruzione di ebrei e Israele, beh, c'è bisogno di dirlo che tutti saranno felici di accogliere Hamas?
Questo dice Andreotti, infinocchiando tutti. Lasciar la porta aperta se...
Ma è una cosa che non va nemmen detta. E' assodata.
Però bisogna anche sapere che la politica Andreottiana è sempre stata filo-araba.
E nemmen per caso.
Certamente, ad esser maliziosi a volte ci si azzecca lo dice proprio lui, viene in mente che non è l'interesse di Israele a cuore di Andreotti. E nemmen della pace, tutto sommato.
Della quale, credo che in fondo, salvo che riesca ad intrallazzare qualche sua convenienza (come poteva con Arafat o Gheddafi per dire), non gliene importa un'emerita mazza.
Vecchia scuola DC.
Tener il piede in due scarpe è addirittura fisiologico.
E conveniente.
Da molto tempo direi.
Andreotti ha fatto danno per più di 40 anni.
Almeno adesso, per favore...
mandiamolo almeno a cagare, rispettosamente parlando, nell'ambito dello scontro dialettico.
Oppure lo vogliam fare Santo Subito?
Alieno
E' proprio perchè sono 70 anni che sta lì, sarebbe meglio che smettesse!
E pensare che da lui rischia di dipendere la salvezza del Governo!
Da brividi...
Ok per scambio link. Spero verrai anche tu a trovarmi spesso nella mia agorà :-)))
Daniele
la mia giovane età (22 anni) non mi permettono di esprimere un giudizio o commento su Andreotti. nei pochi interventi cho ho potuto leggere però il suo carattere superpartes lo ha sempre mantenuto, da buon senatore a vita, e le sue delucidazioni sono sempre molto puntuali ed intelligenti. Il governo dipende dal suo vuoto? Il governo dipende dalla legge elettorale e dalla sinistra radicale.
@Franca; Pilviman:
la necessità di una riforma elettorale sembra essere pensiero condiviso bipartisan. Cambia certo il progetto di riforma, ma la necessità è trasversalmente avvertito.
Nel caso di Andreotti nn posso che condividere sia il commento di Franca, che di Pilviman.
70 anni lì, deve smettere.
Per più motivi.
Non è morale nè accettabile, il ricambio generazionale nella politica deve esser garantito, tutelato e rappresentato dall'alto, dalle istituzioni prima di tutto. Mica non deve più esprimersi! Ma come ogni altro cittadino. Non come senatore a vita.
E qui commento Pilviman: quella riforma elettorale deve assolutamente aver condiviso il valore di abolire il concetto di casta più evidente e che fa a pugni con la rappresentazione democratica del popolo che già si perde di suo per altre vie.
I senatori a vita non sono eletti dal popolo. Affatto. Dal Presidente della Repubblica? E quindi di riflesso dal popolo?
Ma almeno fosse, il P.d.R. eletto dal popolo! Non lo è! Quindi la rappresentatività ke vien dal popolo è talmente diluita, rarefatta ke è praticamente insificante. Come l'estratto ed il principio nei fiori di Bach! Solo ke i fiori di Bach, almeno, non fanno male (e non è vero, perchè c'è chi li considera alternativi alla medicina e lì può far danno).
Quindi la proposta ke deve esser condivisa è che i Senatori a vita, non eletti dal popolo con votazione, quindi casta:
1) spariscano. Si risparmia soldi e qui, sapete, si ha bisogno fino all'ultimo euro, mancano ai disabili, ai disoccupati, ai malati, agli indigenti... in una sana famiglia, quando si tira la cinghia, si taglia il superfluo, mica il necessario!
2) Restino con carica rappresentativa, se quei soldi fan schifo! Ma non gli si dia la possibilità di partecipare al voto.
Che deve esser giustamente data a chi ha una legittimità elettorale.
Perchè perdio: è il popolo sovrano, non dimentichiamocelo, non facciamoci fregare sempre!
Riappropriamoci dei nostri diritti, visto che i doveri son tanti (compresi gli immensi sacrifici richiesti prima dallo Stato ora anche dall'Europa!!! Poi del mercato mondiale!!!).
Niente cariche a vita, perchè quel "a vita" lo lasciamo, per dire, ad una monarchia come il Vaticano, non è certo degna di una Repubblica Democratica!
Niente diritto di voto, se non vieni dal voto (del popolo).
Questo è essenziale affinchè non si scardini il rapporto cittadino-elettore-popolo con Governo-Politici-Stato.
Si parla di crisi della politica.
Ma è un paradosso. Perchè la politica si occupa di tutto il nostro vivere all'interno della comunità, ne regola e ne indirizza le relazioni, gli ambiti, gli riconosce legittimità. Regola rapporti tra cittadini e Stato ma anche tra cittadini e cittadini (e tra Stati e Stati). Disciplina tutto, dal sesso alla religione.
Quindi non è possibile parlare di crisi della politica nel senso di disinteresse verso la politica perchè significherebbe ammettere disinteresse per la vita, ke sarebbe cosa ben più grave ancora di cui occuparci.
Anche chi decide di "disinteressarsi" non fa altro che scegliere una politica (la peggiore): quella che siano altri a fare la politica al suo posto. E quindi permette che la sua vita non sia partecipata, ma regolata da altri senza partecipazione.
E la partecipazione, come ricordava intelligentemente Gaber, è veramente importante.
Però è vero che subentra il disgusto. La sfiducia. La tentazione del qualunquismo.
Si deve partire dall'alto, sempre, a dar l'esempio. Si fa come genitori per i figli. Si deve fare dallo Stato, Governo, cariche istituzionali perchè attecchisca il principio credibile in basso! Ed il basso fa bene a rivendicare i suoi diritti in questo.
Quindi: via i senatori a vita.
Perlomeno come sono adesso.
Se si ha voglia di sprecar soldi (ricordo però che serve fino all'ultimo Euro a persone davvero più bisognose) si lascino come cariche rappresentative.
Senza voto.
Deve votare solo chi viene dalla legittimità del voto popolare.
Non ho di meglio da dire sull'argomento.
Spero d'esser stato comprensibile nell'argomentare la necessità e la legittimità del pensiero.
Buona giornata.
Alieno
Ti ho inserito tra i miei link, mi farebbe piacere se anche tu facessi altrettanto. Ho visto il tuo sondaggio e non mi ci trovo. Io stò lavorando alla costruzione del Partito Democratico ma mi sento ugualmente di sinistra.
www.guidovisciano.splinder.com
http://sbriciolina.ilcannocchiale.it do ut des
E' una vergogna che un uomo implicato fino al midollo con le cosche mafiose e che nessun tribunale ha avuto il coraggio di condannare per codardia,sieda in parlamento e sia invitato come opinionista nei programmi televisivi.E non fa certo pena a causa dell'età.
saluti
Monica
Anche se non si affronta il tema delle collusioni mafiose, è vergognoso che abbia legittimità al voto a vita comunque. Perchè "a vita", ho spiegato, si sposa più in un contesto monarchico che con una cultura di repubblica democratica (quale dovrebbe essere la nostra) e perchè a quell'età vota e continuerà a votare senza la legittimità data dal popolo. Nè possibilità di revoca!
E' questo il vero incontestabile scandalo.
Alieno
Contro lo stallo della politica, a favore di un parlamento pulito e dinamico... V-Day 8 settembre 2007...
ho visto il tuo passaggio sul blog (www.chefinehafattolapagina18.splinder.com ) ...ora mi spulcio un pò il tuo e poi credo che lo inserirò tra i miei link...ciao ciao
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