mercoledì 14 novembre 2007

Giustizia è fatta per Hina...


Almeno questa volta giustizia per questa ragazza assassinata dal padre e i suoi parenti è stata fatta.
Ricordate di Hina la ragazza pakistana di 21 anni colpevole di amare l'occidente con le sue abitudini e mode e quindi condannata a morte per aver disonorato la sua famiglia ???

Ci si aspettava dichiarazioni più forti e sdegno da parte di tanti politici, ma Hina non era famosa ne italiana, non ha suscitato scalpore il fatto che finalmente in Italia si sia fatta giustizia seriamente per dei diritti umani violati fino all'assassinio.
Solo la On. Santanchè e il Ministro Pollastrini hanno fatto dichiarazioni di sostegno in forza alla decisione del tribunale italiano, che ha condannato a 30 anni di carcere il padre e i due zii della ragazza pakistana.
In merito vi riporto un articolo tratto da "Il Riformista":

Giustizia è fatta. Finalmente - verrebbe da dire in un momento in cui la violenza sulle donne sembra non conoscere pause - i colpevoli di un omicidio che ha visto una donna come vittima, sono stati condannati. Lei, tristemente nota, si chiamava Hina Saleem, 21 anni, pakistana. Il carnefice è il padre che insieme ai due cognati l’ha sgozzata l’11 agosto del 2006 e, con l’aiuto anche di uno zio che non avrebbe però collaborato all’omicidio, l’ha poi seppellita nel giardino di casa, a Sarezzo, vicino Brescia. Con la testa rivolta verso la Mecca. Secondo la ricostruzione del pubblico ministero, la povera Hina sarebbe stata uccisa per salvare l’onore della famiglia, messo in pericolo dallo stile di vita all’occidentale della ragazza. Hina sarebbe stata attirata nella casa dei genitori con una scusa e uccisa. Poi la sepoltura. Quindi le indagini, il processo e, ora, la sentenza di primo grado alla quale, fanno sapere gli avvocati, seguirà l’appello.
Ci si sarebbe aspettati il solito diluvio di dichiarazioni a intasare, come sempre in questi casi, le agenzie. Invece no. Hina Saleem non ha mai fatto notizia quanto altre vittime di violenze analoghe. Quasi solitaria, dunque, occorre registrare la benemerita dichiarazione del ministro per le Pari opportunità, Barbara Pollastrini che, tra le poche donne a parlare di questa triste storia, si è detta confortata dalla «serietà con cui la magistratura ha condotto l’inchiesta e i giudici hanno emesso la sentenza» e ha poi rivolto «un pensiero di gratitudine agli avvocati di Hina e alle organizzazioni delle donne italiane e non che si sono impegnati a tenere accesi i riflettori su una delle pagine nere del libro dei diritti tragicamente calpestati delle donne». Anche noi vorremmo rivolgere un pensiero altrettanto grato alle donne, soprattutto alle donne di sinistra, che hanno sostenuto questa battaglia. Il punto, però, è che, soprattutto a sinistra, davvero poche voci si sono levate. Una di queste, quella della Palombelli, proprio sul Riformista, il giorno dell’apertura del processo aveva parlato di una «indifferenza politicamente corretta» da combattere. Su questo fronte, però, la battaglia sembra ancora lontana dall’essere stata vinta.

3 commenti:

Demonio Pellegrino ha detto...

Ciao Polis. troppo poco. 30 anni non sono niente per un omicidio del genere. mi rendo conto che in un paese come il nostro 30 anni e' il massimo (di fatti l'ergastolo lo si da' soltanto per reati di terrorismo e mafia...salvo parlare di terrorismo anche quando si tratta di reato da stadio - vedi le discussioni sul caso sandri di questi giorni). Ma quest'uomo meritava di piu' molto di piu'.

Spero solo che non esca tra qualche anno. Spero almeno che se li faccia tutti. E che - inshallah - vada a incontrare il suo dio di persona un giorno prima del rilascio, alla fine dei suoi trentanni di prigione.

Anonimo ha detto...

passo per un saluto!
GB

Daniele Verzetti il Rockpoeta® ha detto...

L'importante è che siano trent'anni veri e non virtuali per cui tra due anni è già ai domiciliari o altro.