martedì 1 gennaio 2008

Auguri di buon 2008

Come potevo non iniziare il 2008 parlando di politica...quindi partiamo con il discorso tradizionale del nostro amato Presidente della Repubblica.
Giorgio Napolitano degno successore del Grande Presidente emerito Ciampi ha fatto un discorso di incoraggiamento e di fiducia verso la nazione italiana.
In questo paese per fortuna c'è il Presidente della Repubblica, anche ottantenne rimane uno dei baluardi delle nostre istituzioni ed estremo sostenitore e difensore dei diritti dei cittadini italiani.
Il 2008 così per la politica non poteva avere inizio migliore soprattutto ora, che non si sà quale fine farà il Governo e le tanto attese riforme strutturali del paese.
Speriamo per un 2008 che porti una svolta positiva alla crisi politica italiana e soprattutto grinta e speranza ai cittadini vessati da tanti problemi quotidiani.

Vi ripoto come di mia abitudine alcuni tratti fondamentali del discorso presidenziale tratto dal "Corriere della Sera" in versione on-line:

IL DISCORSO DI FINE ANNO ALLA NAZIONE: «INCORAGGIARE IL DIALOGO PER LE RIFORME»

«Serve fiducia ma anche impegno»

Napolitano: puntare su creatività e impegno. Richiamo ai problema del lavoro e del costo della vita

ROMA - «Nel 2007 ho visto dal sud al nord aspetti eloquenti dell'Italia che vuole crescere, divenire più moderna e più giusta». Così il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, ha esordito nel tradizionale discorso di fine anno rivolto agli italiani. «Un'Italia che sa e che deve vincere competizioni e sfide difficili. Ho colto dinamismo e capacità di innovazione. In questa luce mi si è presentata la realtà delle imprese e del mondo produttivo, ma anche del mondo della ricerca dell'alta formazione»
«Questi sono i motivi di fiducia» ha sottolineato il presidente, «il problema sta però nell'essere capaci di incoraggiare questo dinamismo per trasmetterlo a tutto il sistema Italia per generare una crescita più sostenuta e generale, in cui sia pienamente coinvolto il Mezzogiorno. Con questa sfida deve misurarsi non solo il mondo politico - ha detto Napolitano- ma anche quello sociale e culturale».

COSTO DELLA VITA - Il presidente si è poi soffermato sul problema del crescente costo della vita, diventato una realtà sempre più grave per molte famiglie italiane, con il conseguente malessere sociale che ne deriva. Un malessere particolarmente acuto al Sud, dove- ha sottolineato il Presidente della Repubblica- la disoccupazione giovanile rimane un nodo centrale. Ma di lavoro Giorgio Napolitano ha parlato anche in termini di sicurezza, richiamando la recente tragedia di Torino e invocando una maggiore tutela della sicurezza e della vita nei luoghi di lavoro.

CREATIVITA' COME FORZA - «Un autorevole commentatore straniero» ha ricordato Napolitano- «ha recentemente individuato nella cultura e nella creatività il più grande potenziale del nostro Paese. E a questo il nostro sistema e le nostre imprese devono attingere e prestare maggiore attenzione». A riprova del grande valore della creatività italiana il presidente ha ricordato il sempre grande e diffuso apprezzamento in tutto il mondo per il nostro patrimonio artistico e culturale.

GOVERNO E RIFORME - Passando ai temi politici di attualità Napolitano ha voluto ricordare come non ci sia nessuna possibilità e desiderio di interferenza da parte sua nel dibattito politico- «anche molto aspro»- in corso in questo momento, ma ha poi auspicato un clima di concordia e rispetto reciproco. Auspicio chiaro anche per la riforma elettorale. «C'è stato uno spiraglio di dialogo sulla riforma elettorale: un'occasione che non va assolutamente perduta».

FIDUCIOSI MA ANCHE ESIGENTI CON NOI STESSI - Napolitano ha poi messo l'accento sul fatto che la possibilità di avere fiducia in noi stessi non vada disgiunta dalla necessità di essere esigenti con noi stessi. E per questo ha richiamato l'attenzione sulla tolleranza nei confronti degli immigrati e della libertà di confessione religiosa per tutti, sottolineando anche, sempre a proposito degli immigrati, che non bisogna soffermarsi solo sul pericolo della criminalità ma anche anche sui risultati ottenuti da Forze dell'ordine e magistratura. Sempre nel brano del suo discorso dedicato alla necessità di impegno, dell''impegno il Presidente ha voluto inserire anche un richiamo ad abbandonare gli eccessivi localismi, portando come esempio il problema ancora irrisolto dei rifiuti in Campania. Mentre come esempio positivo e incoraggiante della capacità di essere esigenti con noi stessi il Presidente ha voluto ricordare il coraggio degli imprenditori siciliani che hanno avuto il coraggio di reagire al «pizzo».

RISPETTO FRA LE ISTITUZIONI- Dopo un richiamo al reciproco rispetto fra ie Istituzioni, e segnatamente fra politica e magistratura, Napolitano ha chiuso il suo discorso con un richiamo ai valori della Costituzione, di cui si celebrerà fra poco il sessantesimo anniversario, che ispirano- ha ricordato il presidente- anche le azioni dell'Italia in ambito internazionale, comprese le missioni di pace cui «non va fatto mancare l'appoggio».

L'AUGURIO FINALE -  «Un anno sereno, per difficile che sia». È quello che il presidente Napolitano augura agli italiani, concludendo il suo secondo messaggio di fine anno del settennato, sottolineando le «ragioni di fiducia nell'Italia» che ha appena finito di elencare. «A voi che mi ascoltate, e a quanti sono in queste ore raccolti con le loro famiglie - dice il capo dello Stato - auguro un anno sereno, per difficile che sia. È un augurio che si ispira a sentimenti e ragioni di fiducia nell'Italia, perchè cresca e migliori, guardando soprattutto alle generazioni più giovani e a quelle che verranno»

5 commenti:

cris ha detto...

ciao.grazie della visita e dello scambio link.ti vaso a linkare subito.buon anno.a presto.

Romina ha detto...

Auguri di Buon Anno! :)

Anonimo ha detto...

Le domande che sorgono spontanee nell'ascoltare il discorso del Presidente Napolitano non possono essere che le seguenti:

Ma che Italia ha visto il nostro Presidente della Repubblica?
Dove ha vissuto per tutto il 2007?
Possibile che le alte mura del "Palazzo" gli abbiano talmente precluso la vista sulla Vera Italia?

Del resto, cosa aspettarci da un presidente che il giorno del disastro ThyssenKrupp, anzichè andare in ospedale a trovare i lavoratori feriti (come Pertini o un qualsiasi degno Presidente della Repubblica avrebbe fatto), va con la moglie alla Scala e alle domande dei giornalisti risponde: "ThyssenKrupp? Ah, sì, ho sentito... mi dispiace tanto".

Anonimo ha detto...

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Anonimo ha detto...

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