giovedì 14 febbraio 2008

Sorprese elettorali nel Partito delle Libertà...

Casini sta lasciando Berlusconi dopo 14 anni di stretta alleanza reciproca.

Casini non ci sta ad entrare nel PDL e dopo svariati tentativi di dialogo con Berlusconi e i dirigenti di Forza Italia, il Consiglio Nazionale dell'UDC fa approvare un documento presentato da Buttiglione nel quale si da al via la candidatura di Casini come Premier.

Questa rappresenta una novità elettorale importante nel quadro politico nazionale in quanto se tutto fosse confermato, Berlusconi si vedrebbe diminuire la percentuale di consenso e quindi Veltroni avrebbe più possibilità di affrontare una partita ancora aperta.
La corsa a Palazzo Ghigi si fà sempre più interessante e i due Leader sembrano essere finalmente convenuti nell'idea di realizzare alleanze elettorali e politiche più sicure rinunciando anche a qualche voto e partitino in più.

Vi riporto le ultime dichiarazioni di Berlusconi dal "Corriere della Sera" online:

ROMA -
Silvio Berlusconi e Pier Ferdinando Casini sono ufficialmente ex alleati. Di più: alle prossime elezioni politiche saranno entrambi in corsa per la stessa poltrona, quella di presidente del Consiglio. La direzione dell'Udc ha approvato all'unanimità un documento in cui si conferma la scelta di una corsa in solitaria e si chiede all'ex presidente della Camera di assumere l'onere della candidatura a premier per lo scudo crociato. Il leader di Forza Italia, che in mattinata aveva lanciato l'ennesimo appello-ultimatum all'unità, incassa dunque il gran rifiuto.

«RISULTATO MODESTO» - La decisione deve ancora essere ufficializzata, in particolare Casini dovrà sciogliere ogni riserva. Ma il consenso unanime espresso dallo stato maggiore del partito lascia pochi dubbi sul fatto che l'Udc e il Pdl affronteranno la sfida elettorale da due posizioni diverse. Uno scenario, questo, che si era fatto via via più chiaro con il passare delle ore. Al punto che in mattinata lo stesso Berlusconi, partecipando a Uno Mattina, era arrivato a pronosticare un risultato «molto modesto» per i centristi in caso di una loro corsa in solitaria. Casini, però, lascia ancora aperto uno spiraglio: «Parlerò con Berlusconi - ha detto il leader carismatico del partito -. Prendiamoci qualche ora di riflessione in più per rendere ancor più chiara la responsabilitá di questa lacerazione. Scioglierò presto la mia riserva». Il parlare apertamente di «lacerazione» potrebbe essere già un'indicazione per capire quale sarà l'epilogo della vicenda. Ma in politica le cose possono modificarsi fino all'ultimo.

«DESTINATI A PERDERE» -Silvio Berlusconi, in ogni caso, anche oggi è apparso determinato nel chiedere all'Udc un ingresso senza condizioni nel Pdl. Nel corso della trasmissione non ha ad esempio rinunciato a ricordare che «Casini è stato eletto in Forza Italia nel '94». E a proposito della presa di posizione sul simbolo, aveva parlato di una questione «facilmente superabile», con la partecipazione dei centristi prima alla lista unica e poi alla creazione di un gruppo unitario in Parlamento. Ma se non c'è la volontà di seguire questo percorso, è stato di fatto il commento di Berlusconi, allora tanto peggio per Casini: «L'Udc sta decidendo in queste ore con dei rischi enormi. I cittadini si chiederanno se il voto andrà sprecato», anche perché, secondo i sondaggi, anche senza Udc, il Pdl ha «ampi margini», circa «il 10-12%» di vantaggio. «Al momento - ha aggiunto Berlusconi - la situazione è questa ma bisogna vedere se l'elettore dell'Udc deciderà di dare un voto ad un partito che non ha minimamente la possibilità di vittoria». Il Cavaliere è stato quindi categorico: «L'Udc in questo modo se andrà da sola avrà un risultato più che modesto».

«SIMBOLO SENZA STORIA» - La decisione dei centristi di imputarsi sul simbolo (ancora in mattinata il segretario Lorenzo Cesa ha parlato della necessità di «non dividere i moderati e farli vincere ma salvaguardando la dignità di ciascuno») il leader forzista proprio non riesce a digerirla. Si tratterebbe, ha evidenziato, di una «rinuncia temporanea», di un «piccolo sacrificio», «un qualcosa che l'Udc potrebbe fare» anche perchè «questo simbolo non ha storia». Una sottolineatura, quest'ultima, che certo non ha contribuito a rasserenare gli animi e a favorire il riavvicinamento. Al punto che l'Udc sembra avere preso definitivamente le distanze dagli ex alleati.

1 commento:

BC. Bruno Carioli ha detto...

Adesso dovrà continuare ad alimentare il vitello grasso, in attesa di una futura occasionee.