venerdì 5 ottobre 2007

Un paese di poveri...

Dall'ultimo rapporto ISTAT sulle famiglie italiane risulta che in Italia ci sono oltre 7 milioni e mezzo di poveri.
Il fenomeno non cala: più indigenti al Sud, fra le famiglie numerose e dove vivono anziani, questo è un dato definito, reale e purtroppo costante dopo i risultati del 2005.
Comunque non è che l'Istituto di Ricerca abbia scoperto l'America, anzi mi sa che siamo tutti a conoscenza del problema dei nostri portafogli.
Personalmente ho dedicato anche un post agli ultimi rincari autunnali, aumenti diretti ai beni primari come il pane, farina, energia elettrica, gas, senza dimenticare la benzina in costante aumento da anni.
C'è un modo per protestare e far cambiare qualcosa?
No !!! Unico rimedio è quello di fare spesa in modo critico, valutando e confrontando i prezzi e la qualità dei prodotti.
So che non è facile e sempre possibile, ma con un po di impegno e pazienza si riescono a risparmiare diverse decine di euro in un mese.
Vi invito a leggere i dati Istat che ha riportato il "Corriere della Sera":

RAPPORTO ISTAT RELATIVO AL 2006

- In Italia ci sono 2 milioni 623 mila famiglie povere: rappresentano l'11,1% delle famiglie residenti per un totale di 7 milioni 537 mila indigenti, pari al 12,9% dell'intera popolazione. Lo stima l'Istat che oggi ha presentato i dati sulla povertà relativa in Italia nel 2006. Anche nel 2005 la povertà stimata riguardava l'11,1% delle famiglie corrispondente al 13,1% degli italiani.
L'Istituto di Statistica classifica come povere le famiglie composte da due persone che hanno una spesa media mensile pari o inferiore a 970,34 euro.
L'Istat sottolinea che da quattro anni la povertà è «sostanzialmente stabile così come sono immutate le principali caratteristiche delle famiglie in condizioni di povertà». Il fenomeno resta per lo più diffuso nel Mezzogiorno, fra le famiglie numerose e dove vivono anziani.

PIU' POVERI AL SUD - Il 65% del totale delle famiglie povere risiede nel Mezzogiorno: il 22,6% dei nuclei residenti al sud risulta infatti sotto la linea di povertà relativa. Soltanto il 7% delle famiglie residenti nel centro-nord risulta invece sotto la soglia di povertà sebbene qui viva il 68% del totale delle famiglie italiane. La regione più povera è la Sicilia che ha quasi una famiglia su tre al di sotto della soglia di povertà (il 28,9%). Molto alta l'incidenza anche in Calabria, con il 27,8 per cento. All'opposto la regione meno «povera» è l'Emilia Romagna con un'incidenza del 3,9%.

FAMIGLIE NUMEROSE - Le famiglie con cinque o più componenti presentano livelli di povertà molto alti: quasi un quarto (24,3%) risulta relativamente povero e lo è oltre un terzo (37,5%) di quelle residenti nel Mezzogiorno. Si tratta per lo più di coppie con tre o più figli e di famiglie con membri aggregati, le tipologie cioè che mostrano le incidenze più elevate, rispettivamente pari a 25,6% e 17,8%.

FAMIGLIE MONOGENITORI - Meno diffusa è la povertà tra le famiglie di genitori soli: è soprattutto nel Nord che la famiglia monogenitore rappresenta una delle tipologie più esposte al rischio di povertà: l'incidenza osservata è dell'8,1%, rispetto alla media ripartizionale del 5,2%.

5 commenti:

Daniele Verzetti il Rockpoeta® ha detto...

Dai dati Istat risulta che la povertà non è scesa ed è rimasta stabile dal 2005 ad oggi. Questo dato resta assai sconfortante e probabilmente potrebbe essere errato per difetto.

Vista la facciatosta dei nostri politici mi aspetto che da un momento all'altro esca uno di loro a dichiarare in una intervista che le cose stanno migliorando dato che dal 2005 ad oggi "Il fenomeno si è arrestato e non è andato oltre".

Fantascienza? Forse, ma non sarebbe la prima volta...

Daniele Verzetti il Rockpoeta® ha detto...

PS: grazie per la tua adesione quando vuoi per mail puoi inviarmi il tuo pensiero sulla questione birmana in poche righe. Le tue emozioni insoomma quello che ritieni di dover esprimere.

A presto
Daniele

Augusto ha detto...

Cosa ne direste di iniziare a ridurre gli sprechi derivanti da una gestione allegra dello stato?
Ridotti gli sprechi, ridotte le tasse, alzati i salari quindi:diminuita la povertá
O anche: quoziente familiare; e via con una tassazione (leggermente) piú giusta.
Ecc, ecc.

Anonimo ha detto...

Io credo che se non c'è una reazione da parte di chi sta peggio non cambia nulla, i cambiamenti positivi non credo partano dall'alto. Se la gente accetta contratti impresentabili, se fa buffi per acquistare capi firmati o tv al plasma e magari non ha i soldi per fare la spesa al supermercato allora non credo che le cose cambino, almeno per adesso.

Anonimo ha detto...

Occhio: tra quella percentuale di famiglie sull'orlo della povertà ci sono tanti, troppi furbastri che denunciando due lirette fanno la parte dei poveri e la vita da quasi nababbi...