mercoledì 24 ottobre 2007

E Prodi tira avanti...


Sono tornato ieri dalle vacanze e scrutando i primi tg e quotidiani mi sono accorto che il Governo Prodi è ancora su e tira avanti...
Un "Prodi da urlo" quello di ieri, in Consiglio dei Ministri si è imposto su tutti e a forza di "tachipirina politica" la febbre della crisi si è placata.
Mi chiedo come faccia a sopportare tutti i Mastella, Di Pietro, Diliberto, Dini e tutti i compagni di Rifondazione, impegnati nella loro conquista d'immagine più che a governare e a costruire qualcosa di positivo.
In tutto questo apparire e distinguersi nel centro-sinistra il buon Presidente Prodi tira avanti molto bene, con qualche acciacco, ma i mesi trascorrono, le leggi si approvano anche se con difficoltà e la legislatura prosegue.
Ma Berlusconi non aveva preparato il suo agguato???
A quanto sembra attualmente non ha fatto grandi acquisti, neanche al Milan le cose vanno bene...ma conoscendo il Cavaliere prima o poi uno scherzo a Prodi riuscirà a farlo !!!

Intanto vi riporto un articolo del giornalista Stefano Cappellini letto oggi su "Il Riformista":

Romano Prodi è un tipo tosto e orgoglioso. Che non molla facilmente. Lo sanno bene anche i leader suoi alleati, compresi coloro che magari lo canzonano per gli impacci lessicali, per la vocazione alla gaffe politica o per l’incapacità di comprendere le tecnicalità dei sistemi elettorali nonostante le assidue ripetizioni cui è sottoposto. E ieri Romano Prodi, a dispetto dell’oggettiva debolezza del suo governo e delle voci di depressione fuggite dallo stesso petto del premier, ha dato una dimostrazione della sua volontà di andare avanti.
La riunione del Consiglio dei ministri si è aperta con una presa di posizione del Professore sul caso Mastella, arrivato a palazzo Chigi con la lettera di dimissioni in tasca per la bufera De Magistris e per gli acciacchi che gliene sono venuti. Prodi ha aperto i lavori dichiarando «piena fiducia del governo al ministro Clemente Mastella e alle politiche del governo sulla giustizia che sono sempre state approvate e votate all’unanimità dal Consiglio dei ministri stesso». Il Guardasigilli ha incassato soddisfatto e apostrofato il rivale Tonino Di Pietro («Con te ho chiuso»), e quando l’ex pm ha abbozzato una replica, il premier lo ha stoppato rudemente: «La discussione si chiude qua». Dopodiché, Mastella si è presentato ligio e puntuale a palazzo Madama per votare insieme ai suoi senatori il decreto legge collegato alla finanziaria, che al primo giro la maggioranza ha scavallato al modo solito: di uno o due voti. «Il malato ha preso un brodo», ha dichiarato Fausto Bertinotti al Tg1 (prima di aggiungere: «Spesso i malaticci durano a lungo»). In ogni caso, tanto basta ad allontanare almeno di qualche giorno lo spettro della congiura al Senato. Ma congiura ci sarà davvero, come da annuncio del Cavaliere?
Il Prof è sempre più convinto di poterla sfangare. Ha passato gli ultimi giorni a chiamare e richiamare i senatori dissidenti a lui più familiari, lasciando che suoi messi contattassero gli altri: siciliani, italiani nel mondo, diniani. Il report finale dell’operazione diplomatica dice che non sarà semplice per i “sospettati” smarcarsi dalla maggioranza. E, del resto, la loquacità di Berlusconi sulla data di scadenza del governo (fissata dall’ex premier al 14 novembre) non aiuta certo gli eventuali congiurati a compiere fino in fondo la missione. Certo, incidenti e sorprese sono sempre possibili, «ma quando non lo sono stati - chiede il Prof agli interlocutori più scettici - da un anno e mezzo a oggi?».
Poi c’è il capitolo Veltroni. Il rapporto tra i diarchi del Pd è sospeso tra il tarlo della diffidenza e la tentazione della solidarietà. La sola ascesa del sindaco di Roma alla leadership del Pd è bastata a colorire gli scenari di default dell’esecutivo e di elezioni anticipate. E quindi a indebolire Prodi. Ma il Prof ha scelto di proporre un patto al suo vice nella prima stagione dell’Ulivo, consapevole che a Veltroni non conviene votare già nel 2008 e che, comunque, il neo-segretario non può permettersi di lasciare nemmeno mezza impronta su una caduta di Prodi, pena una guerra nel Pd senza esclusione di colpi. Nell’entourage prodiano c’è già chi sottolinea che nessuno ha investito Veltroni della candidatura alla premiership in caso di elezioni anticipate e che dunque, in tal caso, i giochi si saranno riazzerati. E chi dice che Prodi non possa correre contro Veltroni in una nuova primaria per la premiership? La sola ipotesi spaventa Veltroni più della rincorsa elettorale di Berlusconi. Naturalmente si tratta di voci messe in giro ad arte, ma che il Prof ha tutto l’interesse a far circolare affinché si sappia, uno, che lui non schioderà facilmente, due, che mentre tratta a palazzo Chigi l’armistizio con Veltroni (questo è stato il senso del faccia a faccia dell’altroieri), l’arsenale e le truppe restano pronte a riprendere il combattimento in qualsiasi momento.
L’offerta del Prof a Veltroni per fare insieme un pezzo di strada è sintetizzabile così: blindare la maggioranza sulla finanziaria, varare a gennaio la nuova squadra di governo tagliando e riaccorpando ministeri (dunque senza nuovi ingressi e senza passaggio al Quirinale per un Prodi-bis), fiaccare la strategia berlusconiana della spallata, arrivare al referendum elettorale e utilizzarne l’esito per costringere gli alleati e almeno un pezzo dell’opposizione ad aprire la stagione delle riforme. Va da sé che per inverare la seconda parte del piano servirà tenere a freno quei pezzi di maggioranza che si dichiarano pronti a tutto pur di evitare le urne referendarie. Oggi. Ma domani? Potrà Rifondazione aprire una crisi sul referendum dopo aver evitato di farlo su welfare, pensioni, rendite? Potrà ora che Prodi è invocato su Liberazione come l’ultimo baluardo contro i barbari centristi al seguito di Veltroni? E davvero Mastella, già nel mirino dell’antipolitica, è pronto ad assumere su di sé la responsabilità della crisi per una faccenda di seggi e liste? Domande senza risposta e comunque - sembra pensare il Prof - con una risposta meno scontata di quel che si è pensato finora. Certo, se il colpo riuscisse e il tavolo delle riforme si aprisse davvero, questo potrebbe portare ad elezioni l’anno dopo. Ma a Veltroni qualcosa bisogna pur concedere. E le urne, a quel punto, potrebbero non essere più un danno per nessuno.

lunedì 15 ottobre 2007

E' nato il Partito Democratico

Walter Veltroni attuale Sindaco di Roma è il Segretario del Partito Democratico, è stato eletto con oltre il 75 % dei voti.
Alle urne si sono presentati circa 3 milioni e 400 mila cittadini, il dato rappresenta un vero successo se si conta che erano stati preventivati non più di 2 milioni di votanti.
Il dato politico è veramente importante perchè storicamente è la prima volta in Italia che si vede la nascita di un partito riformista democratico con così tanta partecipazione popolare.

Riporto qui di seguito le prima conferenza stampa presa dalle pagine del "Corriere della Sera":

«Nei prossimi giorni non parteciperò ad alcuna trasmissione televisiva». Lo ha precisato il neosegretario del Partito Democratico, Walter Veltroni leader della nuova forza politica, «la prima in Europa - ha sottolineato il sindaco di Roma - ad essere nato da una spinta dal basso». Veltroni ha commentato positivamente il risultato dell'affluenza, i 3 milioni e 400 mila elettori che hanno deciso di recarsi alle urne per la scelta del segretario. «Un numero eccezionale» ha sottolineato Veltroni che ha poi parlato di «un voto per e non contro, un voto sereno, razionale, determinato e anche allegro e festoso».
Veltroni ha poi utilizzato «due parole chiave» per definire la nuova stagione politica che si apre con la nascita del Pd: «Iinnovazione, per riconquistare il futuro; e coesione, che è diversa da unità, perché è qualcosa di più». In questa legislatura, ha fatto presente Veltroni, il partito sosterrà lealmente il governo Prodi, sul quale il giudizio è assolutamente positivo «perché ha un bilancio di risultati ottenuti non riscontrabile in altri esempi della legislatura». Il sindaco di Roma ha poi ricordato le riforme che il centrosnistra vorrebbe varare, tra cui la riduzione del numero di parlamentari e la possibilità per il presidente del Consiglio di nominare e revocare i ministri, e ha detto che risultati significativi potrebbero essere ottenuti in otto mesi.
Veltroni ha approfondito la questione dei programmi del nuovo soggetto politico. «I cittadini - ha detto - non ci chiedono solo che il Pd sia un'altra tappa di una storia, ma di fare una cosa del tutto nuova, chiedono discontinuità». «C'è bisogno di un partito aperto - ha precisato - dove convivano diverse culture, senza correnti organizzate, dove ci sia la voglia di rappresentare le forze esistenti, le forze nuove arrivate e quelle che guardano a noi».



P.S.
Il Sottoscritto va per una settimana in ferie, riscriverò dopo il 24 ottobre, ciao e a presto.

giovedì 11 ottobre 2007

Welfare, una buona intesa


E Prodi insieme al suo governo riprendono fiato dopo il successo sul referendum dei sindacati relativo alla riforma del Welfare.
Una buona intesa la definerei, non si può negare che se un accordo viene sottoscritto dal Governo e dalle Parti Sociali è sicuramente frutto di una buona mediazione e da una volontà comune riformatrice.
Assindustria, Sindacati, oltre 40 rappresentanti di svariate categorie sociali hanno sottoscritto insieme al Governo Prodi un protocollo importante che mette daccordo tutti tranne una parte in minoranza della sinistra.
Cari Onorevoli Rizzo, Diliberto, Russo Spena e company, siete veramente una minoranza che non rappresenta neanche la maggiorparte della classe operaia alla quale vi siete rivolti per il sostegno al NO.
Non crediate di poter andar lontano politicamente con il vostro modo di "fare" quasi sempre contro per ideologia, il Governo e la maggioranza di cui fate parte questa volta ha vinto e ha piena ragione di andare avanti con questo protocollo.
Questo accordo sul Welfare è fondamentale per Prodi, infatti se il Governo non cadrà nanche questa volta sicuramente ne uscirà più forte ed insieme alla forza del Partito Democratico si prospetta un futuro migliore per la maggioranza riformista.
Mi auguro tempi migliori e più sereni per la politica ed inoltre spero che anche nel Centro Destra si proponga qualcosa di politicamente nuovo.

mercoledì 10 ottobre 2007

Napolitano, il nostro ultimo baluardo !!!

Un grande elogio lo voglio dedicare al nostro Presidente della Repubblica Napolitano.
L'unico che anche oggi nei suoi discorsi tira le orecchie ai nostri politici, che troppo spesso si scontrano nei dibattiti e non pensano al bene degli italiani.
E pensare che Napolitano come l'ex. Presidente Ciampi ha superato gli ottanta anni ed entrambi hanno uno spirito politico da ventenni.
Napolitano è l'ultimo baluardo di una politica seria e vicina alla gente, pochi altri possono vantarsi di avere un carisma e una vicinanza ai veri problemi della gente comune come il nostro Presidente.
Peccato che i suoi appelli vengano come al solito inascoltati, ma la gente non nè può più di vedere e sentire i ministri litigare tra loro, i segretari di partito dividersi le poltrone, l'opposizione chiedere il voto da due anni e poi nel momento di aumentare le spese parlamentari tutti sono daccordo.
La gente è stanca e nauseata da questa politica e soprattutto da chi la rappresenta, personalmente mi auguro che domenica 14 ottobre le primarie del Partito Democratico siano un inizio per qualcosa di politicamente diverso e innovativo.

Nel frattempo io sostengo in pieno il nostro Napolitano e vi riporto le sue dichiarazioni tratte dal "Corriere della Sera" di oggi:

-L'antipolitica e un dibattito pubblico ossessivamente concentrato sullo scontro non fanno gli interessi generali e nemmeno il bene della nazionale. È l'appello lanciato dal presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ad affrontare i problemi veri del Paese, a cominciare da quelli dell'istruzione.
«Guai a perdere il collegamento con le ansie di vita e di futuro dei cittadini, delle famiglie, dei giovani», ha detto il presidente, «e con le esigenze oggettive cui deve rispondere nel mondo d’oggi, l’organizzazione della società italiana. È solo questo collegamento che può evitare il rischio di un discorso politico ripiegato su se stesso, fatalmente strumentale e sostanzialmente infecondo».

lunedì 8 ottobre 2007

UNITI Per La BIRMANIA


Chi sono i Bloggers for Burma? Sono 16 bloggers che vogliono far sentire la loro voce a sostegno di chi lotta pacificamente per la libertà. O, forse, solo 15 pazzi utopici che credono ancora che i diritti umani e la democrazia siano e debbano essere dei valori cardine del mondo di oggi e di quello di domani. Queste le nostre parole:

"I diritti umani, la libertà e la democrazia sono la linfa della società in cui noi viviamo. Diritti acquisiti e forse un po’ scontati per quelli nati, come me, dopo la nascita della Repubblica che ne hanno sentito il profumo nell’aria, per la prima volta, inspirata.

I diritti umani, la libertà e la democrazia sono, invece, per molti popoli concetti astratti di cui è persino vietato parlare. Per il Popolo Birmano una ragione valida per farsi massacrare.

Pacificamente, senza opporre resistenza.

In tempi di fanatismi religiosi che costano vite innocenti e minacciano i fondamenti della società civile, i monaci buddisti si uniscono al loro Popolo per chiedere il rispetto della loro grandissima dignità di uomini, di cittadini.

Non lasciamo che la loro giusta e onorevole protesta resti confinata in una piccola regione del mondo. I diritti umani, la libertà e la democrazia devono essere patrimonio di tutta l’umanità.

E perciò in un abbraccio mondiale gridiamo: “Free Burma!”

ArabaFenice

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"Non entro in argomentazioni socio-politiche essendoci sicuramente persone più competenti e preparate del sottoscritto a farlo.

Preferisco soffermarmi su quelle che sono le sensazioni e analizzare l'incedere di questi accadimenti.

Spero tanto di sbagliarmi ma le trovo molto simili a quelle già vissute per il Darfur.

Un'ondata iniziale di sdegno, accompagnata da immagini crude (si pensi all'esecuzione di quel giornalista o ai monaci investiti dai camion militari senza troppi complimenti!), da notizie che facevano crescere sempre di più l'angoscia, da una preoccupazione sempre crescente per quelle popolazioni. All'inizio aperture di Tg, radio, prime pagine dei quotidiani ed oggi invece? ... Oggi niente di più di qualche trafiletto "riempitivo" nell'home page di qualche sito e nulla più. Al radiogiornale delle 8.30 neanche menzione. Aldilà di tutte le parole e le elucubrazioni che si possono fare relativamente alla vicenda, la mia preoccupazione è che però stavolta non ci si dimentichi di loro perchè quando si comincia a dimenticare chi soffre si diventa complici dei loro aguzzini!"

Chit.

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"Quando la mattina, aprendo gli occhi, sancisco la nascita di un nuovo giorno, ringrazio chi di dovere per questo dono.

Quando, attraverso i giorni che si susseguono, sono artefice della mia vita e del mio destino, ringrazio i miei Avi.

Li ringrazio per il dono che mi hanno fatto. Li ringrazio per la libertà di cui oggi godo.

Ogni giorno che passa, ogni istante che vivo, mi rendo conto della fortuna che ho. Sono un uomo libero.

Non per tutti è così. Il popolo della Birmania, guidato dai monaci buddisti, lotta per la libertà.

E' una lotta fatta attraverso la parola, attraverso la pace. Parole di libertà e di pace che si scontrano contro armi e intolleranza.

Diamo un'eco a quelle parole. Non lasciamoli soli. Insieme si può. Libero uomo in libero Stato".

Davideelle

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"Finchè ci saranno uomini di guerra pronti a colpire, soffocare, uccidere ed imprigionare uomini di pace, noi ci saremo ad additarli, a condannarli, a non dimenticare.

Contro tutti i regimi di ogni colore urliamo l'urgenza di vedere la Birmania libera.

Finazio.

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"Una comunità internazionale "distratta" in tutti questi anni ha ampiamente ignorato la Birmania e quello che vi succedeva.

In pochi hanno però ignorato le possibilità economiche che offre questo paese.

Non è un mistero che, a dispetto delle condanne ufficiali, fra i maggiori investitori in Birmania ci siano Francia, USA e Gran Bretagna.

Compiamo tutti un gesto concreto per aiutare il popolo birmano.

Chiediamo con forza che l’Unione Europea applichi sanzioni economiche severe; nel frattempo ognuno faccia un piccolo significativo gesto boicottando le multinazionali che sfruttano le risorse energetiche del paese".

Franca.

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"Abbiamo imparato qualcosa da Piazza Tien an men? I monaci birmani, oggi, da soli non possono farcela.

Siamo noi, quelli che non verranno incarcerati o torturati se protestiamo, che dobbiamo aiutarli a liberarsi della dittatura che soffoca il loro desiderio di libertà.

Restiamo uniti per la Birmania e non dimentichiamola".

Luca.

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"I Paesi Democratici di tutto il mondo non possono tacere sulle nefande azioni repressive dell'attuale governo birmano. Ci vogliono azioni concrete a sostegno della popolazione oppressa.

La diplomazia da sola non basta a salvaguardare il rispetto dei diritti umani, tanto più in questo caso dove le relazioni di opportunità tra governi sembrano prevalere sulla salvaguardia dei diritti umani fondamentali".

Mariad.

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"Quello che accade in Myanmar, ma noi preferiamo parlare di ex-Birmania, è la palese dimostrazione che la libertà di parola e di manifestazione del proprio pensiero, come è nel diritto di ogni essere umano, è continuamente minata e minacciata da chi usa e abusa del suo potere.

Il nostro contributo vuole essere perciò una sorta di marcia che simbolicamente avviene di pari passo assieme a quella degli straordinari monaci birmani e dei tanti cittadini che con ammirevole forza e determinazione hanno deciso di non arrendersi e sono scesi pacificamente in piazza per opporsi alla dittatura e affermare con coraggio i valori della democrazia e della libertà. Un sacrificio per un grande e nobile ideale che sta avendo però degli orribili risvolti di dura e inaudita repressione e violenza che stanno superando il varco dei crimini contro l’umanità.

Noi scegliamo di dare voce al loro urlo soffocato da meschini e sanguinari criminali. Noi siamo con loro.

Il nostro è perciò un grido che vuole e deve andare al di là di qualunque interesse economico, oltre qualunque pregiudizio culturale e politico.

Aiutaci anche tu.

Diamo voce al gesto dei monaci birmani…alla loro libertà. Alla pace".

Mimmo.

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"Marciando in silenzio 


abbiamo fatto sentire la nostra voce


Ora tocca agli altri gridare"



Osteria dei Satiri

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"La Libertà e la Democrazia sono dei valori assoluti, nessun fucile o manganello potranno mai soffocarli.

Aldo Moro diceva ai suoi sequestratori: -"se mi ucciderete farete di me un Martire della Democrazia".

La Storia diede ragione a Moro, il suo sacrificio divenne un martirio in nome della Libertà e divenne la Tomba Politica del Terrorismo Brigatista!!!

Il popolo birmano grazie ai suoi martiri vincerà la tirannia militare, il sacrificio dei monaci e del popolo è stato un esempio mondiale e ha acquisito una Forza Politica molto importante per la democrazia e la libertà della Birmania".

Polis.

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"Quando un Paese non è una grande potenza, non ha una forza economica sufficiente, viene da una storia di occupazione e sfruttamento coloniale, chi lo può difendere dagli appetiti degli Stati "avanzati" o emergenti?

Quando un popolo non ha mai conosciuto la democrazia, o ha visto soffocare la sua breve stagione di democrazia perchè il leader che si era scelto non era quello gradito a chi decide le sorti del mondo, chi lo può aiutare?

Quando qualcuno di quel popolo e di quel Paese riesce a trovare la forza ed il coraggio di esporre la propria vita al rischio di vedersela strappare, pur di risvegliare le coscienze e di interrompere una tirannia ultradecennale, sopportata e supportata da interessi economici esterni, chi può fargli sentire che non è solo?

Per noi che la democrazia la conosciamo e la viviamo, è un dovere morale non tacere su ciò che succede in Birmania, come in Darfur.

Per uno Stato come l'Italia e per un'entità come l'Unione Europea dovrebbe essere un dovere

premere in ogni modo per porre fine alla dittatura, anche con misure plateali.

Io vorrei che l'Italia desse un segnale fortissimo a chi sta lottando per liberarsi, boicottando le Olimpiadi di Pechino".

Raser

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"Non riesco a trattenere le lacrime, le parole non escono, vorrei aggiungere solo una citazione che mi accompagna da sempre e che ho scolpito nel cuore; mi ha sempre guidata, come un maestro:

Libertà vo cercando, ch'è sì cara, come sa chi per lei vita rifiuta.

Dante Alighieri

Cercando in rete mi rendo conto che non abita solo il mio cuore

http://www.flickr.com/photos/barbarageraci/1442930561/

Remyna in preghiera".

Remyna

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"Da bambino mi piaceva ambientare le mie fantasie di principesse e castelli suntuosi, elefanti giganti e monaci che lottano contro le tigri, in Birmania.

Non sapevo esattamente dove fosse collocato geograficamente quel paese e questo toglieva ogni limite alla mia fantasia.

Ora sono diventato grande, ho imparato esattamente dove si trova la Birmania. Tra confini delineati con il sangue e la violenza.

Sogno che i bambini, nati sotto la dittatura militare, il prima possibile tornino, a loro volta, a fare sogni di luoghi incantati, sotto un cielo di riacquisita libertà".

Richard Gekko

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Non si muore soltanto quando si cessa di vivere, ma anche quando il terrore invade l'esistenza quotidiana, e la possibilità d'esprimere liberamente le proprie opinioni viene brutalmente stroncata.

Nessuno ha il diritto d'uccidere la libertà altrui.

Romina

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E' impensabile che nel III millennio ci siano ancora posti dove vengono calpestati i diritti umani e dove non c'è libertà, ma purtroppo è così.

Quello che stà succedendo nell'ex Birmania lo dimostra. L’esempio dei monaci è da seguire: la democrazia esce dai monasteri che sono da sempre espressione di moralità, tradizione, cultura.

Spero che il popolo birmano riesca nel suo intento di liberarsi dal regime in modo non-violento con l’ausilio della sola forza di risorse apparentemente intangibili come moralità, cultura, conoscenza, informazione libera, ma che però sono i veri pilastri di un sistema democratico.

I monaci, con la loro protesta pacifica, sono convinti che la democrazia potrà essere ristabilita senza lotte violente o spargimento di sangue.

Auspico che abbiano ragione e che si possa concludere tutto nel migliore dei modi pacificamente. Per far questo occorre far sì che non si distolga l'attenzione da ciò che accade da quelle parti e fare pressioni affinché la Comunità internazionale non si dimentichi di loro; a telecamere spente si possono compiere crimini orribili.

Non smettiamo di parlare del Burma, della sua storia e di quello che sta accadendo. Noi, insieme ai blogger di tutto il Mondo possiamo davvero rappresentare un grande aiuto per il popolo birmano. FREE BURMA!!!

Salpetti.

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Never Alone

Aria acre

pungente

odora di zolfo

puzza di stantio.

Cenere avvolge

I cieli morenti di Rangoon

Vuoto, Deserto, Nulla Assoluto,

Riempiono con suono assordante

luoghi un tempo vivi

Allietati dal silenzio

E da raggi di sole arancione in preghiera.

Ed ecco un altro Tibet

Un altro Cile

Un'altra Cambogia

Un altro Darfur

Un altro Nazismo.

Ecco altro odio.

E questo mio tenue respiro

Per non lasciarvi soli MAI!

Daniele Verzetti, Rockpoeta.

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Come avrete potuto osservare leggendoci, tanti modi diversi di sentire e raccontare questa tragedia, ma in gola, ciascuno di noi, ha un solo urlo: FREE BURMA!

F.to: BLOGGERS FOR BURMA.

BLOGGERS FOR BURMA are:

(rigorosamente in ordine alfabetico di nick e di apparizione nel post)

Anna Maria Stufano, "ArabaFenice" del blog "Non solo Giovinazzo"

http://nonsologiovinazzo.blogspot.com

Claudio Chittaro, "Chit", de "Il Blog di Chit"

http://www.chitblog.net/?

Davide Longo, "Davideelle" del blog "Bar Mario"

http://davideelle.blogspot.com/

Ignazio Finizio, "Finazio", del blog "Finazio, la musica che gira intorno"

http://finazio.blogspot.com

Franca Bassani, "Franca" del blog "Francamente"

http://franca-bassani.blogspot.com/

Luca Zerbato, "Luca" del blog "Libero di pensare"

http://liberodipensare.blogspot.com

Maria D'Ordia, "Mariad" del blog " Non solo sogni"

http://mariad-nonsolosogni.blogspot.com

Mimmo, del blog "Cliccare Mimmo"

http://mimmoworld.blogspot.com/

Max, "Osteria dei Satiri" del blog omonimo: "Osteria dei Satiri"

http://osteriadeisatiri.blogspot.com/

Francesco Spallacci, "Polis" del blog omonimo "Polis"

http://polisfs.blogspot.com/

Stefano Ravasio, "Raser" del blog omonimo "Raser"

http://raser.ilcannocchiale.it/

Marina Remi, "Remyna" del blog "Remyna's blog"

Richard Gekko, del blog "Parole di un maniaco omicida"

http://richardgekko.altervista.org/

Romina, stesso nick, del blog "Intersezioni"

http://intersezioni.awardspace.com/

Salpetti, stesso nick, del blog "La forza del blogging"

http://salpetti.wordpress.com/

Daniele Verzetti, "Rockpoeta" del blog "L'agorà"

http://agoradelrockpoeta.blogspot.com

sabato 6 ottobre 2007

La marcia politica di Montezemolo...

Credo che il nostro Presidente di Confindustria Montezemolo oramai sia sempre più un uomo della politica.
Con messaggi costanti interviene nelle discussioni politiche e suscita in molti questi interrogativi:
- scenderà veramente in politica??
- a quando la sua candidatura??
- sarà lui il prossimo leader del centro-destra italiano??

Sicuramente avrebbe le capacità umane e professionali per guidare l'Italia, ma siamo sicuri che Berlusconi lasci il posto di comando??

Nell'attesa riporto qui il suo intervento all'assemblea dei giovani industriali preso dal "Corriere della Sera":

-Occorre restituire qualcosa a chi paga le tasse, come i lavoratori dipendenti che hanno la trattenuta direttamente alla fonte». Lo ha detto il presidente di Confindustria, Luca Cordero di Montezemolo, a margine del convegno annuale dei Giovani di Confindustria, parlando della pressione fiscale. «E’ arrivato il momento di ridare qualcosa indietro a chi le tasse le paga per davvero. Chi evade è come uno che ruba, e l’evasione e il lavoro nero sono la peggiore offesa a chi le tasse le paga regolarmente. Tra coloro che le pagano ci sono gli operai delle fabbriche e gli impiegati che hanno la trattenuta in busta paga».

E’ necessario per Montezemolo, tagliare la spesa improduttiva e investire di più. «In questo Paese - spiega - si pagano troppe tasse, perchè le pagano troppo pochi, e chi le paga le paga anche per quelli che evadono. Soprattutto, si vuole sapere dove vanno a finire le tasse degli italiani. Sicurezza, infrastrutture, servizi, è là che dovrebbero andare. E ci dovrebbero essere meno spese. Bisogna avere il coraggio di tagliare le spese improduttive, nelle quali vanno a finire le tasse. Più investimenti e quindi meno tasse».

Luca Cordero di Montezemolo, davanti alla platea dei giovani industriali riuniti a Capri critica chi invoca le elezioni subito e insiste sulla necessità di modificare la legge elettorale: «Pensare di andare a elezioni con questa legge è offesa a cittadini italiani perchè non li mette in condizione di scegliere». «Lo Stato», sottolinea il presidente di Confindustria, è «una macchina troppo pesante, troppo costosa, con troppi veti, troppi localismi, non è all’altezza della competizione mondiale, perciò puoi avere il migliore pilota, le migliori intenzioni ma non ce la fai. Perciò - avverte - attenzione ai facili entusiasmi, a dire andiamo a votare domani, abbiamo bisogno prima di una legge elettorale che metta in condizione il paese di essere governato. Andiamo a fare una legge che risponda a tre requisiti fondamentali: metta il cittadino in condizione di portare in Parlamento chi vuole, chi merita, chi viene scelto, crei governabilità, elimini i troppi veti e i piccoli partiti».

venerdì 5 ottobre 2007

Un paese di poveri...

Dall'ultimo rapporto ISTAT sulle famiglie italiane risulta che in Italia ci sono oltre 7 milioni e mezzo di poveri.
Il fenomeno non cala: più indigenti al Sud, fra le famiglie numerose e dove vivono anziani, questo è un dato definito, reale e purtroppo costante dopo i risultati del 2005.
Comunque non è che l'Istituto di Ricerca abbia scoperto l'America, anzi mi sa che siamo tutti a conoscenza del problema dei nostri portafogli.
Personalmente ho dedicato anche un post agli ultimi rincari autunnali, aumenti diretti ai beni primari come il pane, farina, energia elettrica, gas, senza dimenticare la benzina in costante aumento da anni.
C'è un modo per protestare e far cambiare qualcosa?
No !!! Unico rimedio è quello di fare spesa in modo critico, valutando e confrontando i prezzi e la qualità dei prodotti.
So che non è facile e sempre possibile, ma con un po di impegno e pazienza si riescono a risparmiare diverse decine di euro in un mese.
Vi invito a leggere i dati Istat che ha riportato il "Corriere della Sera":

RAPPORTO ISTAT RELATIVO AL 2006

- In Italia ci sono 2 milioni 623 mila famiglie povere: rappresentano l'11,1% delle famiglie residenti per un totale di 7 milioni 537 mila indigenti, pari al 12,9% dell'intera popolazione. Lo stima l'Istat che oggi ha presentato i dati sulla povertà relativa in Italia nel 2006. Anche nel 2005 la povertà stimata riguardava l'11,1% delle famiglie corrispondente al 13,1% degli italiani.
L'Istituto di Statistica classifica come povere le famiglie composte da due persone che hanno una spesa media mensile pari o inferiore a 970,34 euro.
L'Istat sottolinea che da quattro anni la povertà è «sostanzialmente stabile così come sono immutate le principali caratteristiche delle famiglie in condizioni di povertà». Il fenomeno resta per lo più diffuso nel Mezzogiorno, fra le famiglie numerose e dove vivono anziani.

PIU' POVERI AL SUD - Il 65% del totale delle famiglie povere risiede nel Mezzogiorno: il 22,6% dei nuclei residenti al sud risulta infatti sotto la linea di povertà relativa. Soltanto il 7% delle famiglie residenti nel centro-nord risulta invece sotto la soglia di povertà sebbene qui viva il 68% del totale delle famiglie italiane. La regione più povera è la Sicilia che ha quasi una famiglia su tre al di sotto della soglia di povertà (il 28,9%). Molto alta l'incidenza anche in Calabria, con il 27,8 per cento. All'opposto la regione meno «povera» è l'Emilia Romagna con un'incidenza del 3,9%.

FAMIGLIE NUMEROSE - Le famiglie con cinque o più componenti presentano livelli di povertà molto alti: quasi un quarto (24,3%) risulta relativamente povero e lo è oltre un terzo (37,5%) di quelle residenti nel Mezzogiorno. Si tratta per lo più di coppie con tre o più figli e di famiglie con membri aggregati, le tipologie cioè che mostrano le incidenze più elevate, rispettivamente pari a 25,6% e 17,8%.

FAMIGLIE MONOGENITORI - Meno diffusa è la povertà tra le famiglie di genitori soli: è soprattutto nel Nord che la famiglia monogenitore rappresenta una delle tipologie più esposte al rischio di povertà: l'incidenza osservata è dell'8,1%, rispetto alla media ripartizionale del 5,2%.

lunedì 1 ottobre 2007

L'Assassino della porta accanto...

L'Italia sta impazzendo, soltanto oggi nei vari media si sono trattati diversi crimini che come atto finale hanno portao ad omicidi e violenze di ogni genere.
Spesso poi a commetere i crimini sono i familiari, amici, ex fidanzati , persone che normalmente si coinsiderano amiche e vicine al proprio ambito familiare.
Purtroppo notiamo come questi delitti siano in aumento e a commettere tali gesti siano persone di solito definite "normali", "brave".
Psichiatri, Criminologhi si danno un gran da fare nel discutere e spiegare le motivazioni di questi comportamenti deviati; tutti i media ed in particolare i programmi di approfondimento come "Porta a Porta", "Matrix", "Verissimo" e "L'Italia in diretta", dedicano intere ore a questi casi di sangue, spesso integrando il tutto con immagini, video inediti e i protagonisti in diretta.
Il "Giallo italiano" diventa spettacolo e merce per l'audience, non vengono risparmiati particolari agghiaccianti e lucubri, la lacrima del protagonista da il picco d'ascolto e poi immancabilmente sono in scena gli opinionisti più disparati, dal politico, alla soubrette, al giornalista e al tronista di turno.

Credo che fare del crimine uno spettacolo sia immorale e non si può sempre giustificare il tutto con il termine informazione, perchè il cittadino è fin troppo informato su quello che accade e purtroppo si rischia l'emulazione da parte di soggetti psicolabili, aspetto spesso trascurato, ma verificabile.
L'informazione andrebbe fatta direttamente nel tessuto familiare e sociale, smitizzando certi comportamenti criminali e ridando rispetto e valore alla Vita umana.
I media in tutto questo hanno la responsabilità maggiore e sono i primi e più immediati nell'avere la possibilità di dare un messaggio educativo e non spettacolare.
Come non vedere che in Italia tutto fa spettacolo, dalla politica al crimine e questo non si deve verificare perchè si va contro la morale e contro l'educazione civica.